Conversazione ad Ojai ( California) del 23 luglio 1949. Domanda: Perché lei
parla? Risposta: Credo che sia una domanda molto interessante a cui rispondere
sia da parte mia che da parte vostra. Non si tratta infatti solo del perché io
parlo, ma anche del perché voi venite ad ascoltarmi. Se io parlassi per
esprimere me stesso vi sfrutterei. Se il parlare fosse per me una necessità per
sentirmi lusingato, potente e tutto il resto allora dovrei servirmi di voi;
allora non ci sarebbe alcuna convivenza, infatti sarebbe una necessità per il
mio egoismo. In questo caso io avrei bisogno di voi per sentirmi esaltato,
arricchito, libero, applaudito avendo così tanta gente che mi ascolta. Mi
servirei dunque di voi; ci sarebbe mutuo utilizzo. Non ci sarebbe convivenza tra
voi ed io, perché voi mi sareste di qualche utilità. Quando mi avvalgo di voi,
che convivenza c’è tra di noi? Nessuna. E se parlo perché ho una serie di idee
che desidero trasmettervi, allora le idee acquisiscono una tremenda importanza;
e io non credo che le idee possano mai produrre un cambiamento radicale, una
vera rivoluzione nella vita. Le idee non sono mai nuove; non possono produrre
una trasformazione, un’ondata creativa, perché le idee sono solo risposte –
modificate o alterate – di un passato che continua; e continuano ad essere del
passato. Se io parlassi perché voglio che cambiate, o perché desidero che
accettiate il mio modo di pensare o che apparteniate ad una mia società, che vi
convertiate in miei discepoli, allora come individui sareste inesistenti, perché
in tal caso mi interesserebbe unicamente trasformarvi secondo una idea
determinata. Allora voi non sareste importanti, ma lo sarebbe questo ideale.
Perché allora sto parlando? Se non è per questi motivi, perché parlo?
Risponderemo a questo subito. La domanda è allora: perché venite ad ascoltarmi?
Non è ugualmente importante il perché ascoltate? Forse lo è di più. Se ascoltate
per acquisire nuove idee o un modo nuovo di affrontare la vita resterete delusi
perché io non vi darò nuove idee. Se ascoltate per sperimentare qualcosa che
credete io abbia già sperimentato non fareste che imitare sperando di catturare
quel qualcosa che secondo voi io ho. Sicuramente le cose reali della vita non
possono sperimentarsi per interposta persona. Oppure per il fatto di trovarvi in
difficoltà, di soffrire o di avere innumerevoli conflitti venite ad ascoltarmi
per cercare come liberarvi da questi. Anche in questo caso non posso aiutarvi.
Tutto quello che posso fare è segnalarvi la vostra difficoltà e allora possiamo
parlarne, ma sta a voi vederla. E’ perciò molto importante che scopriate da soli
perché venite ad ascoltarmi. Perché se avete un proposito, un’intenzione ed io
un’altra, non ci capiremo mai. Non c’è convivenza tra di noi. Voi volete andare
al nord ed io al sud. Ci ignoreremo a vicenda. Non è certo questo lo scopo di
queste riunioni. Quello che si cerca di fare in queste riunioni è intraprendere
un viaggio insieme, convivere mentre proseguiamo insieme; non che io insegni e
che voi ascoltiate, ma che insieme esploriamo se è possibile. Così sarete non
solo discepoli, ma anche maestri, scoprendo e comprendendo. Allora non esiste la
divisione tra superiore ed inferiore, tra la persona colta e l’ignorante, tra
chi è realizzato e chi sta per realizzarsi. Queste divisioni falsano e
contaminano la vita di relazione; e se non si comprende la convivenza non può
comprendersi la realtà. Vi ho detto perché io parlo. Forse penserete che ho
bisogno di voi per poter esplorare. Non è così. Io ho qualcosa da dire; voi
potete accettarlo o rifiutarlo. E se lo accettate, non lo accettate da me. Io
agisco semplicemente come uno specchio nel quale potete riflettervi. Può darsi
che non vi piaccia lo specchio e per questo lo rifiutate; però riflettendovi
nello specchio, guardatevi semplicemente senza emozione, senza che lo appanni il
sentimentalismo. Risulta importante senza dubbio scoprire perché venite ad
ascoltarmi, non è così? Se è per passare un pomeriggio o una serata, se venite
qui invece di andare al cinema, allora non ha alcun significato. Se è solo con
l’obiettivo di discutere, di apprendere nuove idee che potrete utilizzare quando
parlate in pubblico o per scrivere un libro o per discutere, ugualmente non ha
valore. Però se davvero venite a scoprirvi nella vita di relazione – e questo
potrebbe aiutarvi nella relazione – allora ha un significato, vale la pena; non
sarà come una delle tante riunioni a cui partecipate. Queste riunioni non hanno
per scopo che voi mi ascoltiate, ma quello di riflettervi nello specchio che io
descrivo. Non dovete accettare quello che vedete; sarebbe stupido. Tuttavia se
guardate lo specchio come se ascoltaste una musica, come se vi sedeste sotto un
albero ad osservare le ombre della sera, senza giudicare, condannare o
giustificare – osservare e niente di più – questa percezione passiva avrà un
effetto straordinario, sempre che non ci sia resistenza. Questo senza dubbio, è
ciò che facciamo in queste riunioni. E’ così che arriva la verità, non
attraverso lo sforzo; questo non potrà mai portare la libertà. Lo sforzo può
solo portare alla sublimazione, alla sostituzione, alla soppressione; e ciò non
è libertà. La libertà arriva solo quando non c’è lo sforzo per essere qualcuno.
Allora la verità, “ ciò che è” agisce; e questo è liberazione.